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 Macchinari e apparecchiature

 Le macchine e le attrezzature italiane sono molto apprezzate in Romania per il loro alto livello  qualitativo,  l’affidabilità  e  il  favorevole  rapporto  qualità/prezzo.  L’Italia  è il secondo fornitore della Romania dopo la Germania. L’interesse della Romania nei confronti di questa tipologia di prodotti  è determinato dall’importanza che il settore metalmeccanico rappresenta per il Paese come fattore strategico di crescita economica. La Romania  tradizionalmente dispone di un potenziale produttivo importante nel settore della lavorazione dei metalli sin dal periodo interbellico, essendo in  grado di produrre materie prime e parti di varie dimensioni per vari settori industriali.Il settore ha registrato uno sviluppo costante nell'ultimo  decennio. Prendendo in considerazione il trend positivo degli ultimi anni, assieme ai programmi governativi di ristrutturazione del settore e la  necessità di ammodernamento delle tecnologie esistenti (che in buona parte risalgono agli anni '70 – ‘90), si prevede nel breve e medio termine una  importante domanda di macchine e tecnologie. Attualmente tali prodotti provengono prevalentemente dalla Germania, Italia (secondo posto),  Francia e Turchia. L’Italia può alimentare la domanda di nuove tecnologie con la propria offerta di macchinari e attrezzature per la lavorazione del  metallo, plastica e legno.

 

 Prodotti alimentari

 Nella graduatoria dei paesi fornitori dei prodotti agroalimentari l’Italia si mantiene sul 7° posto con  una  quota  del  6,2%  (dopo  Ungheria,  Germania,  Polonia,  Brasile,  Bulgaria  e Paesi Bassi).  I  principali  prodotti  italiani  importati  in  Romania  sono  tradizionalmente  quelli  di  più    largo  consumo,  come  i prodotti ortofrutticoli, le carni e la pasta, ai quali si sono aggiunti dopo l’entrata del Paese nell’Unione Europea, altri  importanti prodotti a più alto valore aggiunto come i prodotti dolciari, il caffè, l’olio, i prodotti ittici, i succhi concentrati di agrumi, i vini. Il Made in Italy  gode di un’immagine di altissima qualità, ma i prezzi dei prodotti italiani sono ancora elevati per il reddito del consumatore medio romeno. Nicchie    di  mercato  sono  rappresentate  dai  ristoranti  italiani  (in  costante  aumento),  dalla  comunità  italiana  e  da  una fascia di acquirenti locali con  maggiore potere di acquisto (calcolabile intorno all’8-10%, su una popolazione totale di 19,04 milioni di abitanti), concentrata nei maggiori centri  urbani. I prodotti di largo consumo (pasta, riso, caffe’, olio di oliva, prodotti ortofrutticoli, conserve vegetali, ecc.) hanno una ampia diffusione presso  le catene della GDO, mentre i prodotti tipici italiani (tra cui l’olio d’oliva di alta qualita’ ed i vini tipici, regionali, ecc.) trovano un discreto spazio  soprattutto nei ristoranti con cucina italiana. I negozi di alta gastronomia sono quasi inesistenti, vista la scarsa capacità di assorbimento del mercato  romeno, che non ha ancora maturato una sufficiente cultura alimentare per tali prodotti. Per quanto riguarda i canali distributivi, la figura  predominante è quella dell’importatore (generalmente esclusivista per il mercato), dotato di una rete di distribuzione sul territorio. Gli stessi  importatori sono i principali fornitori anche delle catene della GDO. Per alcuni prodotti (in particolare per quelli freschi, come ad esempio per  prodotti ortofrutticoli) alcune catene della GDO hanno organizzato proprie piattaforme logistiche.In Romania, nonostante la crisi economica, il  numero di supermercati, ipermercati e dei negozi tipo discount sono in rapido aumento. I più dinamici tipi di negozi sono stati gli iper e supermercati  che hanno registrato aumenti di circa il 15% al anno, grazie all’espansione territoriale e all’attrazione di un numero più elevato di acquirenti. In  tutto  il paese, il commercio moderno continua a guadagnare spazio a sfavore di quello tradizionale e detiene attualmente una quota di oltre il 50%, con  quote più elevate nelle zone urbane, arrivando a circa il 75% a  Bucarest. Gli studi stimano che entro il 2015 il retail moderno potrà coprire circa il  57% del totale mercato del retail della  Romania. I punti  vendita alimentari tradizionali hanno perso quote di mercato, mentre i negozi gourmet sono  in numero limitato,  anche se negli  ultimi anni si registra qualche segnale di sviluppo. La maggior parte dei prodotti d’importazione sono veicolati  attraverso la GDO, i  prodotti italiani, pur essendo molto apprezzati dai consumatori romeni, sono obbligati a confrontarsi con le  regole e i vincoli di  tale sistema distributivo, mostrando di conseguenza qualche sofferenza sul fronte dei prezzi.

 

 Articoli di abbigliamento (anche in pelle e in pelliccia)

 Da un’indagine di Euromonitor International risulta che i romeni spendono annualmente circa 2 miliardi di euro per l’abbigliamento. Si  stima  che  il  mercato  della  moda aumenterà costantemente nei prossimi anni per toccare i 2,9 miliardi di euro nel 2015 e i 4,2 miliardi di euro nel 2020.

 Una fascia di persone, in maggioranza giovani, benestanti, ben istruiti che vivono nelle grandi citta’ presta attenzione alla marca dei prodotti,  associata ad una certa qualita’ e immagine: il 52% degli essi  preferiscono vestirsi in negozi con brand. La percentuale è molto più alta rispetto a Paesi  come: Spagna, Polonia e Belgio, dove solo il 27% dei clienti scelgono il prodotto di marca. Per la maggior parte dei consumatori romeni, invece, il  prezzo rimane il fattore decisivo per l’acquisto. La struttura dei canali distributivi dei prodotti d’abbigliamento, delle calzature e degli accessori moda  è molto complessa. Un numero elevato di soggetti diversi opera nelle fasi di importazione, distribuzione o vendita all’ingrosso o al dettaglio, con ruoli  che in molti casi si sovrappongono. Lo stesso importatore può distribuire i suoi prodotti direttamente presso propri punti vendita, attraverso negozi  indipendenti, all’ingrosso o anche mediante siti di commercio elettronico. Il  sistema  distributivo  del  settore  ha  subito  importanti  cambiamenti.  Si  va  sempre  più  verso  una crescente concentrazione, utilizzando i canali del mercato moderno (catene di negozi, ipermercati, cash-&carry, mall). Un  canale importante per la vendita al dettaglio dei prodotti della moda sono le “gallerie commerciali” che accompagnano solitamente le catene di  ipermercati, nonché i negozi ubicati nei mall. I principali canali utilizzati per la penetrazione del mercato di prodotti d'abbigliamento sono:

 -esportazione indiretta tramite importatori locali, che curano in molti casi anche la distribuzione o la vendita al dettaglio (negozi singoli o catene di  negozi). Tale modalità è la meno rischiosa e costosa, in quanto il rischio si riduce grazie all'esperienza del partner locale. La figura dell’agente, meno  presente sul mercato romeno rispetto ad altri Paesi europei, è maggiormente diffusa nel settore dei tessuti, delle calzature e della pelletteria. Sono  generalmente persone fisiche autorizzate che agiscono in base ad un contratto di agenzia concluso con i produttori.

 -esportazione diretta, tramite distributori romeni o personale dipendente di filiali locali di grandi aziende (come ad es. le catene Zara, H&M, ecc.)

 -franchising, che consente di aumentare velocemente il numero dei punti vendita con un impegno finanziario limitato. Il franchisee acquisisce know  how, usufruisce della forza comunicazionale del brand e del posizionamento dello stesso sul mercato, mentre il franchisor vede aumentare la  notorietà del marchio e radica la propria presenza sul mercato. Negli ultimi 10 anni il mercato romeno del franchising si è fortemente sviluppato    passando da solo 18 reti che operavano in franchising nel 2000 a circa 500 francisor nel 2012. Negli ultimi anni, contrassegnati dalla crisi economica,  anche il settore del franchising ha registrato una frenata. Secondo i dati dell’Associazione Romena del Franchising (ARF), il volume d’affari generato  dal franchising in Romania nel 2012 è stimato a 1,2 miliardi di Euro. Nel  settore  della  moda,  la  maggior  parte  dei  negozi  mono  e  multibrand    sono  ubicati  a  Bucarest,  dove  il  reddito medio della popolazione è del 40% superiore a quello della media del Paese. In questo periodo, però il  consumatore romeno si confronta con le difficoltà causate dalla crisi economico-finanziaria ed ha limitato le spese destinate all’acquisto di prodotti  non-food. I principali concorrenti dell’Italia nelle categorie di prodotti tessili-abbigliamento e prodotti in pelle sono i seguenti :

 - prodotti tessili: Italia (principale fornitore con una quota del 29,3%) seguita da Germania (18,1%), Turchia (9,4%), Regno Unito (7,4%), Francia (7,0),  Cina (5,4%), Ungheria ( 2,5%) e Spagna (2,4%);

 - articoli di abbigliamento,   compresi quelli in pelle e pelliccia: Italia (principale fornitore con una quota del 22,6%), seguita da Germania (10,9%),  Spagna (9,3%), Austria (8,1%), Polonia (7,1%), Cina (5,4%), Francia (4,3%) e Turchia (4,0);

 - articoli in pelle (escluso l’abbigliamento) e simili: Italia (principale fornitore con una quota del 47,5%) seguita da Germania.

 

 Costruzioni

 I materiali da costruzione italiani sono molto apprezzati sul mercato romeno e rappresentano attualmente quasi il 10% dell'import totale di materiali  edili dall'UE. Da studi di settore risulta che i prodotti italiani con le maggiori prospettive sul mercato romeno sono il marmo lavorato, le piastrelle  ceramiche, i materiali per rivestimenti esterni ed interni, la rubinetteria, le tubazioni e la raccorderia sanitaria, i sistemi di riscaldamento e  condizionamento, sistemi di illuminazione.Il mercato romeno dei materiali edili “Made in Italy” presenta come elementi di forza costituiti dall’alto  livello qualitativo e dei consolidati rapporti commerciali tra i nostri due Paesi, favorite dalla vicinanza geografica e delle affinità linguistiche e culturali.  Il  principale  elemento  di  debolezza  e’  invece,  costituito  dal  prezzo,  considerato  abbastanza  alto  per  il  mercato romeno. Ottime opportunità di  inserimento esistono anche per le macchine e gli impianti per la produzione dei materiali edili (es. macchine per la produzione dei mattoni, delle  piastrelle, ecc.), che sono considerati dagli operatori del settore di alta affidabilità ed elevato livello tecnico. Le previsioni per il settore edile romeno in  genere e le prospettive per il prossimo triennio indicano una moderata ripresa spinta dal sostegno dei finanziamenti europei, dai previsti  investimenti con fondi pubblici e privati locali e dal possibile rilancio dei crediti immobiliari.I principali canali di accesso al mercato sono rappresentati  dagli importatori e i distributori di materiali edili e gli agenti / rappresentanti per le macchine edili. Relativamente alla distribuzione al dettaglio un  ruolo sempre più importante sta assumendo la grande distribuzione. In Romania si sono sviluppate importanti reti di vendita specializzate nella  commercializzazione e distribuzione al dettaglio di materiali per edilizia e il bricolage: Dedeman , Arabesque, Praktiker, Bricostore, Baumax. Un  importante veicolo promozionale sono le fiere internazionali del settore come ad esempio la "CONSTRUCT EXPO" e "Casa Mea" di Bucarest.

 

 POLITICA INTERNA

 Dopo le elezioni legislative del dicembre 2012, Victor Ponta è stato nominato per la seconda volta Primo Ministro.Dopo la rottura dell’alleanza di  governo con i liberali avvenuta nel febbraio del 2014, Ponta ha ufficializzato la sua  candidatura alla Presidenza della Repubblica nelle elezioni si  terranno nel novembre prossimo. Il suo sfidante principale  sara Klaus Iohannis dell'Alleanza Cristiana Liberale (ACL) . Nonostante, in alcuni momenti,  i toni dello scontro politico si facciano particolarmenti accessi e segnati, peraltro da una forte contrapposizione tra il  P.m Victor Ponta e l'attuale  Presidente della Repubblica Traian Basescu, nel complesso le Istituzioni reggono bene la prova democratica a cui sono sottoposte. La Romania e',  infatti, saldamente agganciata al percorso comunitario e occidentale.

 

 RELAZIONI INTERNAZIONALI

 La Romania è entrata nell'Alleanza Atlantica nel 2004 e nell'Unione Europea nel 2007. Nell'ambito della NATO contribuisce in misura rilevante alle  missioni di pace nel mondo. Sin dalla fase di preadesione  la Romania ha beneficiato di finanziamenti  europei. All'interno del quadro comunitario, tra  gli obiettivi del Governo romeno vi sono l’ingresso nello Spazio Schengen, inizialmente previsto per il marzo 2011 e successivamente posticipato, e  l'ingresso nell’eurozona. A testimonianza dell'importanza che attribuisce a quest'ultimo obiettivo, dal luglio 2011 la Romania ha aderito al sistema dei  pagamenti in euro 'Target2'. Il  Paese  è  soggetto  al  monitoraggio  in  ambito  UE,  all'interno  del  Meccanismo  di  Cooperazione  e  Verifica,  volto a  registrare i progressi effettuati nel processo di adeguamento agli standard europei in materia di riforma giudiziaria e lotta alla corruzione e alla  criminalità organizzata. La Romania è particolarmente attiva nel promuovere la cooperazione tra l’UE e i Paesi rivieraschi del Mar Nero, da un lato, e  tra i Paesi  attraversati  dal  Danubio,  dall'altro.  Guarda,  inoltre,  con  particolare  interesse  alla  realizzazione  di  nuove  infrastrutture energetiche e  interconnessioni in genere. Per fronteggiare la crisi economica e finanziaria, la Romania ha sottoscritto nel 2009 un accordo con FMI, BM, UE, BERS e  la BEI, per  ottenere  un  prestito  di  circa  20  miliardi  di  euro,  che  è  stato  erogato  tra  marzo  2009  e  marzo  2011  e  sarà rimborsabile  gradualmente fino al 2015. Nel marzo del 2011, ha firmato un nuovo accordo biennale precauzionale (da utilizzarsi solo in casi di emergenza) con il  Fondo Monetario Internazionale (FMI) del valore di 3,46 miliardi di euro. Ne 2012 la Romania ha concluso un nuovo accordo di tipo “precauzionale”  con il FMI e con altre Istituzioni Finanziarie Internazionali. L’intesa, la cui scadenza naturale era  inizialmente  prevista  per  marzo  2013,  è  stata  prorogata  di  3  mesi,  consentendo  al  Governo,  in  carica  da  pochi mesi, di raggiungere gli obiettivi di politica economica concordati. Nonostante  nell’ambito di tale accordo la Romania abbia disposto di un credito di oltre 5 miliardi di euro, non ha utilizzato tali somme, in quanto il prestito ha  avuto come finalita’ principale quella di sostenere la credibilità finanziaria del Paese. Nel 2014 la Romania compie tutti i criteri di adesione  dell'Eurozona: tasso di inflazione, tassi di interesse sulle obbligazioni, tasso di cambio stabile, deficit di bilancia al di sotto del 3% del PIL e debito  pubblico al di sotto del 60% del PIL. Se questo trend positivo viene mantenuto, la Romania può raggiungere il suo obiettivo di essere un membro a  tutti gli effetti dal 2019. La Romania ha raggiunto il target  per 11 dei 12 indicatori previsti dalla procedura per la sorveglianza sugli squilibri  macroeconomici.

 

 POLITICA ECONOMICA

 La Banca Nazionale della Romania (BNR) ha continuato il ciclo di allentamento monetario, abbassando,   a partire dal 1 ottobre 2014, il tasso  d’interesse al 3,0% ed ha ulteriormente ridotto i coefficienti di riserva obbligatoria in moneta nazionale anche per incoraggiare i crediti in tale valuta.

 La relativa debolezza della moneta nazionale non sembra, comunque, scalfire le previsioni economiche positive per l’anno 2014. La Commissione  Europea (CE) e il Fondo Internazionale Monetario (FMI), infatti, stimano per l’anno corrente un’ulteriore crescita del 2,1%, mentre l’Agenzia di Rating  “Standard&Poor’s” ha rivisto positivamente la prospettiva di rating della Romania riguardante gli obblighi a breve e lungo termine in moneta estera e  locale. Tale Agenzia ha precisato che tale giudizio positivo (il primo, per la Romania, negli ultimi 5 anni) è dovuto principalmente alla politica del  budget e alla riduzione del deficit di conto corrente. Secondo Standard&Poor’s, la forte apertura della Romania all’export, il sostegno del FMI, la  riforma del settore finanziario e la ristrutturazione delle società pubbliche potranno portare ad una crescita del rating del Paese. Anche per il 2014,  comunque, il quadro di sviluppo economico del Paese resta fortemente condizionato dalla capacità del Governo di accrescere il tasso di  assorbimento dei fondi europei. A tale proposito il Governo si è prefissato un tasso dell’80% per il periodo 2014-2020, tasso che, alla luce dei  precedenti risultati, appare piuttosto ottimistico.

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