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Vino, protagonista dell’export dell’agroalimentare italiano in Romania.
All'interno dell'export del made in Italy, quello dell'agroalimentare si è dimostrato, soprattutto negli ultimi periodi, il comparto trainante. I dati riguardanti l'export dell'agroalimentare italiano del 2013 hanno mostrato una crescita record rispetto agli altri anni (+7% rispetto al 2012).
Il prodotto italiano più venduto all'estero, e anche quello che ha registrato una maggiore crescita in termini di valore tra il 2012 e il 2013 (+7.5%), è risultato il vino, con un valore di 5 miliardi di euro. L'Italia infatti si colloca al secondo posto tra i principali esportatori di vino al mondo. Avvicinandosi al leader francese (quasi 8 miliardi di euro), il quale non ha registrato alcuna crescita rispetto al 2012. Causa di questo è anche l'aumento dei prezzi, dovuto in parte alla sua alta reputazione nel settore. Inoltre si ha in Italia, con i suoi 2000 vitigni, che per buona parte sono toscani, un processo di aumento costante della qualità, che risultava notoriamente bassa negli anni Novanta. Basti pensare che oggi il 90% del vino confezionato esportato è di qualità garantita dalla certificazione Dop e Igp.
IL GRANDE VINO ITALIANO VERSO I PAESI DELL'EST: ALLA CONQUISTA DELL'EST IN UN ROAD-SHOW CHE HA GIÁ ENTRATO IN USA, CANADA, HONG KONG, GIAPPONE E COREA.
Il vino italiano va sempre più forte nei Paesi dell’Est. Anche se si tratta di mercati ancora marginali, specialmente se confrontati a quelli più importanti come Usa e Germania, l’export italiano ha registrato un notevole balzo in avanti nella Repubblica Ceca (+51%) ed in Ungheria (+30%), dove l’Italia mantiene saldamente la posizione di primo fornitore. Segnali che conducono ad ipotizzare anche un’ulteriore espansione della domanda nel breve-medio periodo, favorendo il modello alimentare italiano e aprendo la strada ad altri prodotti “made in Italy”. Ecco perché, dopo aver letteralmente conquistato il mercato italiano, tedesco e americano, il Sagrantino di Montefalco parte alla conquista dei Paesi dell'Est: Marco Caprai, griffe culto del vino dell'Umbria entrato ormai nel gotha dell’enologia internazionale, parte per un road-show che toccherà alcuni importanti mercati dell’Est Europa, tra cui Romania, Ungheria e Cecoslovacchia. Il giovane patron della “Cantina dell’Anno 2006”, secondo la guida Gambero Rosso-Slow Food, la più importante a livello internazionale, sarà il 26 giugno a Bucarest per un incontro con operatori e buyers romeni. Il tour mondiale, che ha già toccato Usa, Canada, Hong Kong, Giappone, Corea del Sud, si concluderà poi in Germania e Polonia.
Focus - La Romania e gli altri Paesi dell'Est
Tra tutti i Paesi dell’Est la Romania, dopo il crollo del comunismo e i difficili anni che sono seguiti, sta riscoprendo a pieno la grande vocazione vinicola che, negli ultimi anni, è arrivata ad oltre 5 milioni di ettolitri, con una piccola ma sempre crescente quota venduta all’estero, pari a 2,8 milioni di bottiglie, con particolare orientamento verso il mercato inglese. Dopo l’ormai prossima adesione all’Unione Europea, la Romania dovrebbe partecipare, a pieno titolo alla Pac, beneficiando di stanziamenti agricoli che, per il triennio 2007/2009, ammonteranno a 4,037 miliardi di euro, ripartiti tra interventi di mercato (732 milioni), pagamenti diretti (881 milioni) e sviluppo rurale (2,424 miliardi). Dal punto di vista imprenditoriale ed immobiliare, il vigneto in Romania si sta dimostrando, come gli altri terreni agricoli, un valido investimento: il suo valore cresce del 30% annuo, con punte del 40%. Anche il mercato interno cresce: solo nella capitale Bucarest si contano ormai 350.000 “nuovi ricchi” in una metropoli di quasi 3 milioni di abitanti. Nel 2005, il consumo di vino nel paese dell’Est ha raggiunto i 40 milioni di euro, la maggior parte del quale prodotto in casa, penalizzando i vini d’importazione, contraddistinti da prezzi alti, mancanza di varietà e scarsa convenienza. I consumi romeni pro capite oscillano dai 20 a 25 litri a persona, ma la cultura enologica ha origine antichissime che risalgono alla dominazione dei romani. Proprio l’origine latina della Romania ha sempre favorito la cultura di bere vino e, quindi, può rappresentare un ulteriore volano per i consumi nel Paese. Da una parte una terra vocata e il costo della manodopera poco elevato, dall’altra un mercato da 40 milioni di euro: è la Romania, una meta sempre più interessante per molti produttori italiani, che in questa terra hanno deciso di piantar viti o di esportare i propri prodotti. Dopo il crollo del comunismo (1989), e i difficili anni che sono seguiti, la Romania sta riscoprendo, a pieno, la grande vocazione vinicola che, negli ultimi anni, è arrivata ad oltre 5 milioni di ettolitri, con una piccola ma sempre crescente quota venduta all’estero, pari a 2,8 milioni di bottiglie, con particolare orientamento verso il mercato inglese. Dopo l’ormai prossima adesione all’Unione Europea, la Romania dovrebbe partecipare, a pieno titolo alla Pac, beneficiando di stanziamenti agricoli che, per il triennio 2007/2009, ammonteranno a 4,037 miliardi di euro, ripartiti tra interventi di mercato (732 milioni), pagamenti diretti (881 milioni) e sviluppo rurale (2,424 miliardi). Dal punto di vista imprenditoriale ed immobiliare, il vigneto in Romania si sta dimostrando, come gli altri terreni agricoli, un valido investimento: il suo valore cresce del 30% annuo, con punte del 40%. Non ultimo uno sguardo al mercato interno: solo nella capitale Bucarest si contano ormai 350.000 nuovi ricchi in una metropoli da quasi 3 milioni di abitanti. Nel 2005, il consumo di vino nel paese dell’Est ha raggiunto i 40 milioni di euro, la maggior parte del quale prodotto in casa, penalizzando i vini d’importazione, contraddistinti da prezzi alti, mancanza di varietà e scarsa convenienza. I consumi romeni pro capite oscillano dai 20 a 25 litri a persona, ma la cultura enologica ha origine antichissime che risalgono alla dominazione dei romani. Proprio l’origine latina della Romania ha sempre favorito la cultura di bere vino e, quindi, può rappresentare un ulteriore volano per i consumi nell’importante Paese dell’Est. Tanti validi motivi, dunque, per guardare con interesse a questo Paese, anche nell’esportazione di prodotti di qualità.
Vino & Mercati
- Non solo Romania: il vino italiano va forte anche negli altri Paesi dell’Est: dalla Repubblica Ceca (+51%) alla Ungheria (+30%)
Il vino italiano va forte nei Paesi dell’Est, anche se chiaramente trattasi di mercati ancora marginali, specialmente se confrontati ai grandi (Usa e Germania). Oltre alla Romania, l’export italiano hanno avuto un notevole balzo in avanti nella Repubblica Ceca (+51%) ed in Ungheria (+30%), dove l’Italia mantiene saldamente la posizione di primo fornitore. Segnali che conducono ad ipotizzare anche un’ulteriore espansione della domanda nel breve-medio periodo, favorendo il modello alimentare italiano e aprendo la strada ad altri prodotti “made in Italy”. Nella Repubblica Ceca, nonostante il mercato sia caratterizzato da una forte propensione per i vini rossi, negli ultimi due anni, i vini bianchi sono passati nei consumi dal 5 al 40%, aprendo la strada all’offerta di vini bianchi italiani che sono aumentati in due anni di 8 volte. In Ungheria, il livello del consumatore è assai vicino a quello italiano, visto che è un Paese storicamente e culturalmente produttore di vini di qualità. L’Ungheria è quindi aperta a nuove proposte caratterizzate da originalità e dal giusto rapporto qualità/prezzo che i prodotti italiani possono offrire.
DOCUMENTAZIONE PER L'IMPORTAZIONE VINI IN ROMANIA
Fattura o documento commerciale di accompagnamento, che devono contenere: tutte le informazioni necessarie per la completa identificazione della merce; indicazione della partita IVA sia dell’acquirente che del fornitore (la verifica della validità della partita IVA comunicata dal beneficiario può essere verificata al seguente link: http://ec.europa.eu/taxation_customs/vies/?l ocale=it
DICHIARAZIONE DOGANALE
e-AD (documento di accompagnamento elettronico) o DAS (documenti accompagnamento semplificato, nel caso dei prodotti ad accisa assolta)
DOCUMENTI DI TRASPORTO: LETTERA DI VETTURA
PACKING LIST: Si (distinta colli)
CERTIFICATO DI ORIGINE: Non previsto per i prodotti originari dall’UE
CERTIFICATI DI ANALISI: Ove richiesto dall’acquirente
ETICHETTATURA DEL VINO: Conforme alla normativa dell’UE.
Indicazioni obbligatorie: denominazione di vendita (vino da tavola, vino con indicazione geografica-IG, vini a denominazione di origine controllata DOC volume nominale titolo alcolometrico volumico espresso in % numero del lotto tipo: secco, semisecco, semidolce, dolce; dicitura “contiene solfiti” ragione sociale e località dell’imbottigliatore. La normativa riguardante l’etichettatura stabilisce che le etichette degli alimenti debbano essere redatte in lingua romena.
IMBALLAGGI: Conforme alla normativa dell’UE
DOCUMENTI DI IMPORTAZIONE: No
DICHIARAZIONE DOGANALE DI IMPORTAZIONE: Non prevista; solo i documenti nell’ambito del regime di accisa
DOCUMENTI DI SPEDIZIONE ALL’IMPORTAZIONE: No
CONTINGENTE DOGANALE: Non previsto
BIOTERRORISM ACT: No
NOTIFICA PREVENTIVA: No
REGISTRAZIONE ETICHETTE: Non prevista
DAZI E ALTRE IMPOSTE A CARICO IMPORTATORE NEL PAESE
In quanto, i vini sono prodotti sottoposti ad accisa, l’acquirente romeno (persona giuridica regolarmente registrata) e’ tenuto, oltre ad ottenere l’autorizzazione di destinatario registrato (codice d’accisa) rilasciata dalle autorità fiscali (Direzioni distrettuali per le Accise e le Operazioni Doganali) a pagare le seguenti accise:
- vini tranquilli – 0 euro/ettolitro
- spumanti – 34,05 euro/ettolitro
La verifica della validità del codice d’accisa (destinatario registrato) può essere effettuata nel sistema SEED
IVA: 24%
ALTRI EVENTUALI DOCUMENTI NECESSARI SECONDO IL PAESE IMPORTATORE: No
Come per tutti i Paese dell’UE è in vigore il Reg. CE 1234/2007 del 22/10/2007
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